Confesercenti: non deve essere pagato nessun compenso. Non accettare verifiche da privati.
- On 25 novembre 2010
- In informative
Pure essendo in fase tra SCF e Confesercenti Nazionale, la stesura di un protocollo d’intesa che potrebbe definire il giusto compenso tra gli esercenti della Confederazione ed SCF, continuano imperterrite le richieste da parte della Società consortile Fonografici (SCF), del pagamento di un compenso a favore degli artisti interpreti ed esecutori e dei produttori fonografici, relativo all’utilizzo di fonogrammi (dischi, CD o altri apparecchi analoghi riproduttori di suoni o di voci).
La Fiepet, la federazione dei pubblici esercizi che fa capo alla Confesercenti, continua a sostenere che la fattura inviata non debba essere pagata. Anzi la stessa associazione, molti mesi fa, ha già intrapreso un’azione di diffida a livello nazionale nei confronti della SCF diffidandola di continuare con le richieste di corresponsione dell’equo compenso ritenendo la sua condotta lesiva degli interessi e delle situazioni giuridiche degli associati Confesercenti, la quale non ha mai sottoscritto con la Società Consortile nessuna convenzione.
Nonostante questo, l’azione della SCF continua e addirittura si è verificato che una società di investigazione tenta di rilevare, all’interno di ogni esercizio, l’esistenza di strumenti per la diffusione di musica registrata.
“Questa società – dice Antonio Gobbato, Vice Presidente nazionale della Fiepet, nonché coordinatore regionale della Federazione e Presidente della Fiepet di Novara e VCO – non ha nessun potere per fare verifiche ed ispezioni, possibili soltanto da organismi ufficiali preposti a tale controllo. La posizione della Confesercenti è chiara da tempo. Sosteniamo che alla SCF non debba essere versato nessun compenso se prima non si chiariscono alcune questioni, non ultima un regolamento che da troppi anni deve essere emanato dal Governo. E’ davvero incredibile come la SCF dia mandato ad una azienda privata di verificare in un locale pubblico. Questo non è assolutamente possibile farlo ed invitiamo le imprese a rifiutarsi di far fare verifiche, e di non sottoscrivere nessun documento e tanto meno dare i dati aziendali. Anche per quest’ultima questione abbiamo dato mandato, tempo fa, ad uno studio legale di procedere nei confronti della SCF e della società incaricata dei controlli, qualora non vengano rispettate le leggi in vigore”.
“Credo che con quest’ultima azione si sia raggiunto davvero un livello non più sostenibile – prosegue Antonio Gobbato – le continue pressioni della SCF davvero hanno superato il limite della sopportabilità”.
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